Giuliano nasce a Lodi Vecchio nel 1938, ci lascia nel 2009 all’età di 71 anni.
Erano gli anni ’60 quando si avvicina all’ambiente naturale con opere che richiamano la poesia militante, dirigendo la propria attenzione verso l’ambiente politico e sociale. È in seguito alla Biennale di Venezia del ’76 e all’incontro con Gianni Sassi che Mauri si avvicina a quella che l’artista definisce “cultura naturale” cioè un’appartenenza istintiva alla natura che, nel corso del processo di civilizzazione, viene sostituita dall’intento sistematico di possederla.
Le opere di Mauri evocano la dimora, l’abitare in cui ogni uomo si trova alla nascita e dal quale scaturiscono quelle leggi di natura che la modernità mette progressivamente in crisi.
Soprannominato il Tessitore del Bosco dal critico d’arte Vittorio Fagone, Giuliano Mauri costruisce architetture vegetali con l’intento di recuperare un dialogo intimo e profondo con i luoghi. In questa direzione si è sempre collocato il suo lavoro, attento a lasciare segni minimi, essenziali e di reciproco completamento tra arte e natura.